IL RITORNO
Se avete un po’ di tempo , qualche tessera fedeltà F.S. e soprattutto un po’ di voglia di vedere cose belle, eccovi alcuni consigli. Il caso vuole che sparse per l’Italia ci siano due mostre tutte sull’arte al femminile. Di solito non sono per il femminismo oltranzista almeno nell’arte, poiché piano piano, le donne sembra stiano prendendo il posto che si meritano anche nei musei. Ringrazio comunque le Guerilla Girls, Abramovich, Holzer, Kruger, Sherman, Goldin, Neshat, Rama, … (davvero potrei andare avanti ore ed ore ) per aver fatto sì che oggi esser un artista sia possibile in egual modo a maschietti e femminucce. Riconosco però una sensibilità tutta femminile e se è vero che il privato è da 20 anni a questa parte una delle letture privilegiate del caleidoscopico universo dell’arte contemporanea, vi è addirittura da registrare una supremazia femminile. Partiamo da un omaggio a quelle che hanno spianato la strada: Donna. Avanguardia femminista negli anni '70 dalla Sammlung Verbund di Vienna (Alla Gnam di Roma fino al 16 Maggio, http://www.gnam.beniculturali.it/index.php?it/94/mostre/28/donna-avanguardia-femminista-negli-anni-70-dalla-sammlung-verbund-di-vienna). Ahimè la mostra sta per finire (credo proprio non ce la farò a vederla), ma tra un Caravaggio, un Hopper, una Macro e una sbirciatina al MaXXI questa sembra essere un’altra buona occasione per andare nella capitale e godersi un’antologia dedicata a quelle signorine che hanno dato una ventata d’aria fresca al mondo dell’arte e non solo. Arte femminista per eccellenza quella in mostra alla Gnam, con una parata di nomi (forse qualcuna manca, ma non si può avere la perfezione) degna, se non di una visita, almeno di un approfondimento sul bel catalogo .
La seconda mostra invece è proprio a due passi e più che è una mostra è una vera è propria Biennale: XIV Biennale Donna. Memorie velate. Arte contemporanea dall'Iran ( Padiglione d'Arte Contemporanea 18 aprile - 13 giugno 2010,http://www.artecultura.fe.it/index.phtml?id=1378) è il tradizionale appuntamento ferrarese, che ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’oriente. Ci sono ancora nel mondo battaglie da combattere e l’arte è da sempre un mezzo efficace anche per fare politica. Al centro della mostra ci sono le donne dell’Iran: un paese fermo in un strano cortocircuito tra modernità e tradizione, tra bigottismo e nucleare, dove la discriminazione femminile è purtroppo una realtà. La mostra non l’ho ancora vista (andrò sicuramente e riferirò), ma mi sento già di poter dire che la parola d’ordine ancora una volta sia coraggio: il coraggio sia di chi è rimasta e ha sopportato, sia di chi ha scappata ma non ha saputo dimenticare.
Terzo consiglio: se siete dalle parti di N.Y e so che ci siete spesso (come no?), c’è una mostra di quelle con tanti fronzoli come piacciono a noi. Salendo gli scalini del Met. ( non impezzate Serena e Blair che hanno ben altro da fare) trovate American Woman: Fashioning a National Identity (http://www.metmuseum.org/special/se_event.asp?OccurrenceId={CA088C8E-D618-4503-91E7-833569115BF2}&HomePageLink=special_c1a).Io a una pazza donna americana dell’alta società devo molto: a lei e a quegl’anni ruggenti dove portare un vestito significava anche emanciparsi ed imparare a dire la propria senza aver paura di sbagliare.
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