DOPO 3 ANNI RITORNA RAGAZZANORMALE: CHE NE PENSATE?

LE PARABOLE


Interrompo per qualche minuto il certosino lavoro della tesista (che sussiste nello sfogliare svogliatamente pagine, infilare la mano nel pacchetto di biscotti e utilizzare quattro diverse tipologie di chat contemporaneamente) per rendere pubblica un attività che la donna porta avanti dal giorno della sua creazione. Tralasciando derive creazioniste (fanghi , serpenti e mele proibite) voglio però mostrare, nel caso non ve ne foste già accorti, come le donne sfruttino le parabole. E qui non stiamo parlando di pecorelle smarrite o buoni samaritani (eh lo so… è l’infanzia cattolica), bensì dei piccoli exempla che colpiscono il cuore, ma soprattutto la mente diabolica, di noi donne. Sempre più spesso esse diventano l’ancora a cui a appigliarsi nei casi di palese esasperazione e prolungati tormenti.Le parabole non sono altro che quei discorsi che la prendono lunga, che partono da tanto tanto lontano, talvolta da così lontano che raccontano del cugino dell’amica della zia del collega della madre oppure, più semplicemente ,dell’amico o del conoscente di entrambi. La seconda opzione risulta ideale poiché la parabola si cela dietro al gossip maligno, del quale sembriamo tutte vittime (tossico)dipendenti. In realtà signori miei, non facciamo che usare le sventure altrui, per rapportale alle nostre misere vite. Ci sono parabole positive e parabole negative. Partiamo dalle positive. Esse possono essere poste in forma di cinica ironia, poiché da sempre credete che irridere il prossimo insieme a voi sia una delle cose che ci rendono una coppia diversa da tutte le altre. Ecco confesso, il più delle volte è vero, ma a volte si tratta di disperate grida di aiuto. Le parabole positive sono quelle che comprendono: regali , dichiarazioni, romanticherie esasperate , status dedicati, sorprese sorprendenti e gesti plateali. Ok è vero, lo ammetto, talvolta li ridicolizziamo … ma infondo ci accontenteremmo anche di uno sola di queste stupidaggini adolescenziali per sentirci apprezzate.Le seconde sono le storie di vita vissuta sulle quali vi chiediamo pareri maschili, quasi foste opinionisti televisivi ,al fine di risolvere problemi di vicini, amici e parenti. Quelle che si concludono con: “Tu che faresti?”, o “Che devo dirle, secondo te?”. Non si tratta di trappole; talvolta abbiamo davvero bisogno del vostro “punto di vista maschile”, ma spesso le nostre menti malate operano un transit e la vostra risposta non si tramuta più nell’opinione dell’uomo della strada, ma in una legge che applichereste anche al nostro rapporto se lo stesso caso si dovesse presentare. Considerando poi che i problemi che ci raccontano le amiche nelle rinomate “sedute lamentela” fomentano anche i nostri, capite la preziosità delle parabole per capire con chi abbiamo a che fare. Spesso queste parabole, come quelle evangeliche, hanno degli insegnamenti, ma dubito (e in questo sarò meravigliosamente acida) che il progetto educativo e riabilitante nascosto in esse arrivi sempre a colpire il neurone giusto . Sentirvi dire “sì in effetti è uno stronzo” non è sempre indice di reale comprensione del fatto.

Comunque sia, rassegnatevi maschietti, le parabole si insidieranno ancora a lungo nei pacifici discorsi donna/uomo, poiché si sa, i panni in casa è difficile sciacquarli a modo.

2 Response to LE PARABOLE

iuleeeeeeeeeeeeenzo
9:44 PM

non c'è niente che temo di più della fatidica domanda "cosa ne pensi?" in coda a sfuriate storiche contro conoscenti/colleghi/parenti rivoltemi da eventuali compagne.
è semplicemente impossibile dire la cosa giusta e si viene dernati in ogni caso.
stronze.

e bentornate di nuovo.

p.s: ah, no, di peggio ci sono i pranzi di famiglia con la sua famiglia. terrore puro.

10:24 AM

no no non è stronzaggine...è inconscio (mmm è poco credibile vero?)
cmq credo di parlare a nome di tutte le R.N. ma i pranzi di famiglia vengono dalla notte dei tempi evitati come la peste (da quando nello specifico mi trovai a mangiare in una sala affrescata con le numerose posate d'argento e cameriera vestita da "cameriera quella dei film". quella volta le socie mi mandarano questo sms: bella non ti passa più, te la sei voluta tu...). anzi presto potrei scrivere un post sull'effetto parentado.

ci faremo valere!

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