Diciamo che non sono una fumatrice. Alternativamente, a seconda dei sensi di colpa e dell’alcool che ho in circolo smetto e rinizio. Tutto il mio essere fumatrice è affidato al prossimo mio che amo come stessa. Tutto il mio vizio si basa sulle anime buone che in discoteca, al pub, per strada assecondano la mia voglia di nicotina e mi offrono gentilmente una sigaretta. Ormai sono una maestra dello scrocco. Non compro un pacchetto da anni, in modo tale da poter limitare la mia voglia di fumare e non buttare via dei soldi per qualcosa che, lo so, fa male ai miei polmoni. Qundi una o due sigarette al venerdì sera, niente di più. E poi lo sappiamo, scroccare sigarette è un modo fantastico per far passare serate che altrimenti sarebbero da suicidio: gare a chi ne scrocca di più, “trova il soggetto più affabile”, “dai te la scrocco io così ce la smezziamo“ .Ma soprattutto si tratta del metodo più antico del mondo per cuccare e capire se quello lì da vicino è caruccio si o no. Fatto così lo scrocco è divertente e tutti ,grandi e piccini, maschietti e femminucce l’accettano. Come se si trattasse di un patto segreto tra fumatori che si aiutano nel momento di necessità. E poi ti sposti di qualche migliaio di chilometri e scopri che gli usi e i costumi sono stupidamente diversi. Se doveste capitare in Francia non provate a scroccare mai, dico mai, una sigaretta! Vi trattano malissimo, come se foste dei puzzolenti punkabbestia. Neanche si inventano scuse questi: ti dicono no! Punto e basta. “Qui le sigarette si comprano, capito?? “. Testuali parole di un barista, che sentendo una di noi, dire la seguente frase:” Est ce que vous avez une sigarette , si vous plait?” l’ha ripresa ferocemente.
Sono sempre più convinta che i francesi abbiano dei seri problemi di relazione interpersonale. Sono pazzi questi Galli.
BlackBetty